In queste settimane, via via che riusciamo a spiegare a tutte che sì, veramente, il CDM forse chiude, sentiamo crescere il dispiacere di tante: ma come, chiudete? No, non stiamo solo pensando di cambiare sede, ma proprio di chiudere.
Si può fare qualcosa?
La risposta è SI’.
Prima di tutto possiamo ricordare che il CDM è la più antica associazione lesbica a Milano, nata nel 1983, con una sede (bellissima) in Corso Garibaldi 91 – concessa dal Comune di Milano con un affitto agevolato. E che, in questi trentatré anni, il CDM ha fatto molte cose: dalla politica “dura” negli anni delle interminabili riunioni alle castagnate fuori porta, dalla partecipazione ai Pride alle mille e una cena; ha presentato libri, fatto teatro, promosso laboratori di scrittura, danza, concerti. Il CDM ha fatto nascere e ospitato mille gruppi, formali e informali e anche l’idea di un festival – che si sarebbe poi chiamato Lesbiche Fuorisalone – è nata al CDM, chiacchierando con le compagne di Visibilia e di Soggettività lesbica. Forse, più di tutto, il CDM -come tanti gruppi nati negli anni ottanta e novanta – ha il merito di averci fatto sentire parti di una stessa comunità, al di là di tutte le cose che magari ci dividono, e ci individuano. Forse è un po’ anche merito del CDM, di tutte coloro che l’hanno attraversato e che hanno dato, ognuna a suo modo, il proprio contributo, se il contesto in cui viviamo è cambiato così tanto che nemmeno ci ricordiamo più com’era attraversare la soglia di un circolo lesbico nei primi anni ottanta, e se siamo a chiederci se uno spazio così oggi serva ancora veramente. Certo, vuoto non serve: occorrerebbe riempirlo nuovamente di persone, idee e progetti, che puntino a fare un altro passo avanti.
Quanto costa tenere aperto il CDM? In un anno, 5000 euro. L’affitto costa circa 800 euro a trimestre, a cui vanno aggiunti 1000 euro all’anno di riscaldamento, e altri 1000 di luce e spese varie, dalla tassa per i rifiuti all’assicurazione, alle spese per la revisione periodica della caldaia. La vecchia sede di via Cicco Simonetta aveva una grande cucina che tante ricordano, ma nel frattempo le leggi nazionali, le normative regionali e le disposizioni municipali sono cambiate fino a vietarci quasi tutto quello che eravamo abituate a fare in quegli anni in un circolo “privato”: far da mangiare, dare da bere, fare musica eccetera eccetera: in pratica, oggi ci è concesso solo di incontrarci in quello spazio, e parlare. E’ poco o è tanto, di questi tempi? La risposta è da dare collettivamente. Così come dobbiamo collettivamente valutare che bastano venti persone che decidano di investire venti euro al mese per un anno, che si impegnino a coprire le necessità del circolo per un anno intero, venti persone così e lo spazio sarebbe salvo. In cambio avremmo tutte, ancora, un luogo -fisico e simbolico- nel cuore di Milano, dove ognuna può metterci quello che ci vuole. Ci sono venti persone a cui questo interessa, tra chi ci legge?
Il tempo è poco, il 21 aprile 2016 abbiamo quella che potrebbe essere l’assemblea in cui si decide di inviare la raccomandata al Comune per chiudere definitivamente.
Se qualcuna vuole impedire che il CDM chiuda, può farlo con 20 euro al mese, e altre 19 persone che credano nella stessa idea. Scriveteci immediatamente, telefonate, portate il vostro contributo fisicamente, perché nel frattempo abbiamo pure chiuso il conto corrente.
Se in cassa arriveranno le risorse che occorrono per un anno intero, forse non sarà un’impresa impossibile trovare le persone che servono per candidarsi alla gestione del circolo. Come si dice, ora o mai più.
SE VUOI CHE IL CDM CONTINUI A VIVERE SCRIVI A: Collettivi Donne Milanesi cdm.20×20@gmail.com